Origine di neoplasie durante la terapia con inibitori della tirosin-chinasi per la leucemia mieloide cronica e altre neoplasie ematologiche
Il successo degli inibitori della tirosin-chinasi nella leucemia mieloide cronica ha dato ai pazienti la speranza di una lunga sopravvivenza libera da malattia.
Una più lunga sopravvivenza solleva la problematica degli effetti tardivi, compreso lo sviluppo di altri tumori.
Sono stati rivisti i dati di 1.445 pazienti con leucemia mieloide cronica / neoplasia mieloproliferativa o altre neoplasie ematologiche, trattati con inibitori della tirosin-chinasi per studiare la frequenza e le caratteristiche dei tumori secondari ( diversi da leucemia mieloide acuta, leucemia linfocitica acuta o sindrome mielodisplastica ).
Il numero di tumori secondari è stato confrontato con il numero previsto dal database SEER ( Surveillance, Epidemiology, and End Results ).
Dopo un follow-up mediano di 107 mesi dalla diagnosi di leucemia mieloide cronica / neoplasia mieloproliferativa, 66 pazienti ( 4.6% ) hanno sviluppato 80 tumori secondari, tra cui tumore alla pelle ( 31% ), prostata ( 15% ), melanoma ( 13% ), apparato digerente ( 10% ), rene ( 4% ), tiroide ( 4% ), seno ( 3% ), leucemia linfocitica cronica ( 3% ), epatobiliare ( 3% ) e altri tumori ( 14% ).
Escludendo i tumori della cute non-melanoma, sono stati osservati 55 tumori secondari in 51 soggetti tra tutti i pazienti trattati ( 3.5% ).
Il rischio di cancro secondario è stato inferiore alle attese ( rapporto osservato/atteso, 0.6 ).
I tumori secondari si sono verificati in una piccola percentuale di pazienti in terapia con inibitori della tirosin-chinasi per neoplasie ematologiche, per lo più affetti da leucemia mieloide cronica.
Nessuna prova, al momento, suggerisce che l'esposizione a inibitori della tirosin-chinasi aumenti il rischio di sviluppare tumori secondari. ( Xagena2011 )
Verma D et al, Blood 2011; 118: 4353-4358
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